«… un Sole che sorge»! (Lc 1,78)

«Se vuoi vedere come gli esseri celesti sono battezzati, volgi ora lo sguardo verso l’oceano e là ti mostrerò uno spettacolo nuovo, il mare in tutta la sua vastità, il mare senza limiti, l’abisso insondabile, l’oceano incommensurabile, l’acqua pura, il battistero del sole, il luogo dove si riaccendono le stelle, il bagno della luna: apprendi da me in modo sicuro il mistero del loro bagno».

Con un meraviglioso slancio poetico, Melitone di Sardi, padre della Chiesa del II secolo, descrive come il sole ogni giorno si rigeneri e purifichi in un vero e proprio battesimo nel mare, un bagno «nell’acqua fredda senza spegnersi poiché possiede un fuoco che non si addormenta mai». Questa mistica immersione scaccia le tenebre della notte e genera il giorno luminoso: una traccia di luce pura che consente anche alla luna e a tutto il firmamento di seguirne l’esempio. L’uomo non può restare indifferente di fronte ad un tale spettacolo, tanto nei secoli passati quanto oggi. Il sole ci parla e diventa per noi immagine nella quale si racconta il Mistero, nella quale Dio si lascia conoscere ed amare.

«Ora, se il sole si lava con gli astri e la luna nel mare, perché anche Cristo non si dovrebbe lavare nel Giordano»?

Così, con una poetica semplicità e al tempo stesso con uno spessore spirituale che tocca mente e cuore, il vescovo Melitone paragona Cristo al sole. Anzi! Cristo è il Sole! Ed è la stessa scrittura a dirlo, a presentarci «la luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1,9).

I cristiani, i «figli della luce» (Lc 16,8), fin dai primi secoli hanno contemplato la rinascita quotidiana del sole come un simbolo della Risurrezione e, come scriverà Tertulliano, proprio l’Oriente, dove il sole nasce, è immagine di Cristo: Oriens, Christi figura. Ecco allora che i cristiani delle prime comunità, per pregare, si rivolgevano verso il luogo del Sol levante. La loro preghiera era verso l’Oriente: una preghiera, appunto, orientata! Proprio verso dove «sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici» (Ml 3,19).

L’orante, il simbolo dell’uomo in preghiera che troviamo in molte catacombe cristiane, è spesso raffigurato in piedi, con le braccia al cielo e il capo rivolto verso il sole. Il bisogno di una preghiera orientata fu così fondamentale per i cristiani che persino le pietre ne tradussero il simbolo. Le prime chiese erano anch’esse orientate ed i fedeli pregavano rivolti verso Oriente. Si trattava di una logica totalmente opposta a quella del teatro greco che doveva, invece, orientarsi ad Occidente affinché l’acme della tragedia potesse coincidere col tramonto del sole, una sorta di odierna chiusura di sipario. L’altare, simbolo di Cristo, parimenti doveva essere verso il Sole nascente e tutta l’assemblea, presbitero e fedeli, celebrava l’eucaristia in quella direzione. La consapevolezza era radicata tanto nella Scrittura tanto quanto nell’esperienza del vissuto quotidiano. Così arriverà a scrivere Clemente d’Alessandria:

«Accogliamo la luce per poter accogliere Dio. Accogliamo la luce e diventiamo discepoli del Signore».

In una società che sta perdendo il gusto della poesia, che tende a declassare l’importanza di un linguaggio figurativo per raccontare la Bellezza… forse dovremmo avere il coraggio ancora di orientare la nostra preghiera e con essa tutta la nostra vita. Forse dovremmo sentire ancora il desidero di svegliarci di buon mattino, come le donne che corsero al sepolcro. Forse dovremmo tornare a sentire il canto del gallo, altro simbolo cristiano della Risurrezione e aspettare con trepidante attesa l’albeggiare… Il Mistero non si può spiegare, se lo facessimo non sarebbe più tale. Il Mistero si può raccontare, il Mistero si può gustare in un linguaggio che sa parlare del Cielo, che sa parlare di Infinito. Per questo, un sole che sorge può raccontarci il mistero della Pasqua, della morte, del nascondimento nel sepolcro e della Risurrezione in modo più efficace, per la mente ed il cuore, di molte prediche o discorsi…

Il fascino di un sole nuovo nella brezza del mare al mattino forse ha un profumo di Speranza che difficilmente si potrebbe descrivere a parole. E il cuore della nostra fede pulsa proprio «di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, …al levar del sole» (Mc 16,2) perché una voce ci chiama:

«Alzati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà»!

Siamo chiamati a rispondere al miracolo della Luce. Siamo chiamati a svegliarci, ad alzarci in piedi e ad elevare le mani al Cielo. Dobbiamo trovare la forza di voltarci, di convertirci e fissare la vera luce, «luce gentile» come la chiamava il card. Newman, la luce di Speranza che viene a visitarci come «un sole che sorge» (Lc 1,78).

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